Trapianto cardiaco, Assistenza meccanica al circolo, Cuore artificiale totale

Trapianto di cuore
Lo scompenso cardiaco è una condizione clinica nella quale il cuore ha una funzione contrattile ridotta per cui pompa una quantità di sangue non sufficiente per le necessità del corpo (insufficienza cardiaca).  Ne consegue una ridotta perfusione e quindi uno stato di sofferenza di tutti  gli organi del nostro corpo.
Le persone con scompenso cardiaco hanno difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane  perché facilmente si affaticano e divengono dispnoiche (mancanza di respiro), presentano una ritenzione idrica per cui accumulano liquidi negli arti inferiori (edemi declivi) o in addome (ascite), possono avere delle irregolarità nel normale ritmo cardiaco.
 
La comunità scientifica ha identificato le varie cause che conducono all’insufficienza cardiaca e messo a punto le terapie mediche e chirurgiche per combatterla. Quando il cuore è  talmente danneggiato per cui non è possibile ottenere alcun beneficio con il trattamento medico o la chirurgia convenzionale , l’unica soluzione terapeutica da prendere in considerazione è la sostituzione del cuore malato con un nuovo cuore sano ovvero il trapianto cardiaco, terapia che in questi pazienti costituisce l’unica possibilità di vita. 
Il primo trapianto di cuore è  stato eseguito il 3 dicembre 1967 da Christian Barnard. Nei primi anni la mortalità dopo il trapianto di cuore era alta. 
L’organismo infatti reagisce alla presenza del nuovo cuore, in quanto organo estraneo, tentando di distruggerlo. Questa reazione è chiamata “rigetto”. 
La svolta nella terapia antirigetto si è avuta con la scoperta, intorno agli anni ’80, della ciclosporina, un farmaco che ha permesso una maggiore tolleranza del corpo nei confronti  dell’organo trapiantato ed ha quindi migliorato enormemente  la sopravvivenza a breve e lungo termine. Negli ultimi anni sono stati introdotti nell’uso clinico nuovi farmaci anti-rigetto che hanno ulteriormente migliorato i risultati del trapianto cardiaco.
 

Giorni
dall'operazione

Percentuale
di sopravvivenza

a 30 giorni

> 90%

a un anno

> 82%

a 5 anni

> 75%

a 10 anni

> 65%

 
 
Questi risultati sono eccellenti se si tiene conto che circa il 50% dei pazienti con grave scompenso cardiaco, sebbene in trattamento medico ottimale, muore entro un anno.
Indicazione al trapianto cardiaco
Il trapianto cardiaco è  indicato quando la compromissione del cuore, e l’insufficienza cardiaca che ne consegue, non è risolvibile con terapia medica o chirurgica tradizionale.
 
Il trapianto è indicato solo in persone che hanno un elevato rischio di morire entro uno o due anni. 
Le patologie che piu’ di frequente possono determinare insufficienza cardiaca e pertanto portare al trapianto di cuore sono due. La prima è una 
malattia diffusa e grave delle coronarie che ha determinato infarti estesi del miocardio distruggendo così ampie aree di muscolo che vengono sostituite da tessuto cicatriziale; la seconda è una malattia specifica del muscolo cardiaco detta cardiomiopatia che porta ad un progressivo indebolimento del cuore. In queste condizioni il muscolo cardiaco riduce progressivamente la sua capacità di contrarsi e quindi di pompare il sangue nell’organismo. Occasionalmente i trapianti sono eseguiti in pazienti che hanno gravi patologie  valvolari, malformazioni cardiache  congenite e, rarissimamente, tumori cardiaci.
 
Il limite di eta per essere sottoposti  a trapianto cardiaco è 65 anni. 
 
La possibilità di  successo a lungo termine di un trapianto cardiaco dipende in gran parte dalle condizioni cliniche generali del paziente sottoposto a tale intervento, ovvero dai danni che altri organi  (cervello, fegato, rene, apparato digerente, apparato muscolo-scheletrico, apparato respiratorio) hanno subito durante il lungo  periodo   della  malattia cardiaca o da patologie gravi di questi organi dovuti ad altra causa (tumori, grave vasculopatia, malattie metaboliche in fase avanzata, ecc.). Per tale motivo tutti i pazienti potenziali candidati a trapianto cardiaco dovranno eseguire una serie di esami clinici preliminari presso il nostro centro. 
 
Un primo livello di screening cardiologico è  costituito dai seguenti test:
 
1. Elettrocardiogramma (ECG);
2. Prova da sforzo (con e senza valutazione del consumo di ossigeno);
3. Ecocardiogrammaf;
4. Holter;
5. Scintigrafia miocardica con Tallio 201;
6. Esame emodinamico completo (coronarografia, cateterismo sinistro e destro);
7. Test farmacologico per la valutazione dell'ipertensione polmonare;
8. Radiografia del torace;
9. Definizione del gruppo sanguigno;
10. Esami di laboratori che consentono di valutare la funzione dei diversi organi ed escludere malattie del metabolismo.
 
Un secondo livello di sceening valuta lo stato funzionale di altri organi ed apparati e prevede:
 
1. Doppler vasi epiaortici e periferici;
2. Prove di funzionalitą respiratoria (spirometria – emogasanalisi in aria ambiente- eventuale scintigrafia polmonare);
3. Ecografia addominale;
4. Clearence creatinina (+/- successivi esami di funzionalitą renale);
5. Esofagogastroduodenoscopia (eventuale pasto baritato o/e rettoscopia);
6. Mineralometria Ossea Computerizzata (total body);
7. Virologia (test per HIV, markers epatitici, citomegalovirus, Toxoplasma, Herpes, Varicella);
8. Tampone nasale, orofaringeo, rettale;
9. Panoramica dentaria e visita odontoiatrica;
10. RX o TC cranio, RX seni paranasali; e RX colonna vertebrale (in relazione a notizie anamnestiche);
11. Coprocoltura ed urinocoltura;
12. PSA/ Pap test e mammografia.
 
Il paziente ritenuto idoneo per essere sottoposto a trapianto, previo colloquio informativo (esplicitazione rischi- benefici, qualità di vita, ecc.) verrà valutato da un punto di vista immunologico  (HLA I - II classe, valutazione linfocitotossicità) presso il nostro presidio ospedaliero. Completato con successo l’intero iter di valutazione sarà data indicazione al trapianto ed il paziente  verrà ufficialmente inserito in lista di attesa, previa sottoscrizione del consenso informato redatto dal coordinamento trapianti regionale di riferimento. 
 
I pazienti con danno irreversibile della funzione  renale, polmonare, epatica  non possono essere candidati al trapianto cardiaco. La presenza di un’alta pressione del sangue  a livello delle arterie polmonari può rappresentare una controindicazione iniziale  al trapianto di cuore. In questi pazienti può essere inizialmente impiantata una pompa meccanica (VAD) che, sostituendo a pieno le funzioni del ventricolo sinistro gravemente danneggiato, determina una normalizzazione della pressione del sangue nei polmoni, rendendo così possibile il trapianto di cuore. . 
 
Infine non possono essere sottoposti  a trapianto cardiaco pazienti  con infezioni in atto, diabete insulino-dipendente e conseguente danneggiamento di altri organi, pazienti che fanno abuso di alcool o droghe, pazienti con instabilità neuro-psichiche o affetti da patologia tumorale.
 
Qualità della vita
Dopo il trapianto di cuore la qualità della  vita  migliora drammaticamente e si può ritornare ad una normale attività fisica  (passeggiare, assolvere alle normali funzioni quotidiane). E’ noto di pazienti che dopo il trapianto  hanno iniziato attilvità atletica a livello agonistico.
Naturalmente il paziente che ha ricevuto un trapianto di cuore ha una serie di nuove responsabilità:
  • prendere le medicine anti-rigetto per proteggere il cuore nuovo dal rigetto;
  • sottoporsi a regolari esami di controllo per la valutazione sia della funzione del cuore  trapiantato che degli altri organi (rene, fegato, pancreas, apparato muscolo-scheletrico, ecc.) ;
  • mantenere una corretta dieta;
  • eseguire dei programmi di riabilitazione per mantenere un ottimo stato di forma fisica.
Pazienti in lista di attesa per trapianto
Quando un donatore di cuore si rende disponibile, il paziente che più e compatibile con il donatore per caratteristiche cliniche e antropometriche viene scelto dalla lista dei pazienti in attesa di trapianto. 
 
 Parametri considerati per la scelta match donatore-ricevente:
 
  Ricevente

  •   gruppo sanguigno;
  •   condizioni cliniche;
  •   tempo di attesa;
  •   età;
  •   peso;
  •   altezza;
  •   Donatore
  •   gruppo sanguigno;
  •   età;
  •   altezza;
  •   peso;
Tutti i donatori sono pazienti deceduti e nei quali è stata fatta diagnosi di  morte  cerebrale sulla base di criteri medico legali sanciti dalla legge. Tutti i donatori sono sottoposti a controlli per epatite B, C, virus AIDS e altri agenti virali e batterici. 
 
Quando un cuore si rende disponibile, il centro trapianti di riferimento è immediatamente informato così da individuare il  potenziale ricevente. Il potenziale ricevente è informato telefonicamente della  possibilità del  trapianto e gli viene chiesto di  recarsi celermente in ospedale. Contemporaneamente, accertata l’idoneità del donatore, un team di i chirurghi si reca  presso l’ospedale dove è presente il donatore per eseguire il prelievo del cuore. 
Il periodo di tempo che deve intercorrere tra il momento in cui il cuore viene  prelevato e quello in cui è trapiantato e quindi ricomincia a battere regolarmente non deve superare le 3 – 4 ore. Affinchè questi tempi possano essere rispettati, occorre una eccellente organizzazione del centro trapianti, nonché una pronta disponibilità del paziente in lista per trapianto, che deve recarsi nel più breve tempo possibile in ospedale per essere preparato per l’intervento. 
 
Anche se raramente, è possibile che il cuore del donatore, quando valutato direttamente dai medici dell’equipe per il prelievo, non si riveli in condizioni ottimali per essere trapiantato. In questi casi il trapianto, ovviamente, non verrà eseguito.
 
Cosa aspettarsi dopo un trapianto?
Le complicanze più comuni dopo un  trapianto di cuore sono il rigetto e le infezioni. 
 
Per il controllare il rigetto sono eseguite delle biopsie miocardiche con frequenza regolare. Con una piccola sonda introdotta nelle vene del colo o dell’inguine in anestesia locale  vengono prelevati piccoli frammenti di  muscolo cardiaco ed analizzati. In presenza di  rigetto la terapia immunosoppressiva viene incrementata. Dopo circa sei – otto mesi si viene a creare una qualche forma di tolleranza nei confronti del nuovo cuore per cui il sistema immunitario del nostro corpo tende a ridurre la sua attività di rigetto. Questo permetterà di ridurre le dosi dei farmaci antirigetto che il paziente deve assumere. 
 
I  farmaci piu’ comunemente usati per controllare il rigetto sono: Ciclosporina, Azatioprina e Cortisone .
  • La Ciclosporina è il farmaco più importante nella terapia anti rigetto. I suoi effetti collaterali più comuni sono un aumento della pressione sanguigna ed una possibile compromissione della funzione renale ed epatica.
  • L’Azatioprina diminuisce il numero di globuli bianchi ed ha effetti collaterali a livello epatico.
  • I Corticosteroidi tendono a far aumentare di peso, a fare  aumentare la glicemia e ad accentuare uno stato di osteoporosi.
  • I pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva sono più esposti al rischio di contrarre infezioni. 
Naturalmente controlli periodici sono eseguiti con regolarità, da parte del personale medico del centro trapianti al fine di diminuire o addirittura azzerare gli effetti collaterali elencati.
Tutti i pazienti sottoposti a trapianto di cuore, pur continuando a essere assistiti dal proprio medico di famiglia, faranno sempre riferimento e saranno attentamente seguiti dall’equipe di medici del Centro Trapianti.
 
Indirizzi utili:
www.ishlt.org
www.unos.org
www.aido.com
 

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